L’imponente castello domina il paesaggio che cinge la città come nessun’altra struttura. La figura squadrata e massiccia del mastio con il tetto a piramide, gli edifici residenziali annessi e, non da ultima, la sventolante bandiera tirolese rossa e bianca, sono simboli inconfondibili di Chiusa. Essendo il castello abitato da privati, non è purtroppo possibile visitarlo.
La costruzione risale al 1255, anno in cui gli influenti e nobili Signori di Sabiona eressero il castello sul fianco del monte con l’obiettivo di controllarne l’accesso, complici anche le continue lotte per il potere con il vescovo di Bressanone. Ad avere la meglio in questo conflitto, infine, furono proprio i vescovi che, una volta entrati in possesso del castello, vi insediarono un curatore affidandogli la gestione ed eventualmente la difesa della struttura.
Nel 1533 un incendio distrusse il castello vescovile sul monte rendendolo inabitabile. La sede del capitano fu quindi trasferita al vicino Castel Branzoll, devastato a sua volta dalle fiamme 150 anni dopo. Rimasero in piedi soltanto le mura esterne della torre le cui rovine ora vegliavano alte sopra la città, minacciando tuttavia l’integrità delle case del centro storico sottostante a causa della caduta di alcuni pezzi delle mura. Per questo motivo, poco prima del 1900, la curia vescovile donò la struttura al comune della città di Chiusa che trovò un acquirente interessato nel Dr. Karl Traut di Innsbruck, collezionista d’arte e appassionato di castelli. Traut fece annettere alla torre storica una nuova ala residenziale creando, con fine senso artistico, un’abitazione suggestiva che nulla aveva da invidiare all’imponenza di un vero castello medievale.