Sabiona fu sede vescovile per quasi mezzo millennio: tra gli anni 550 e 1000 si sono succeduti ben 27 vescovi.
Sopra la fontana vescovile un rilievo ad opera dell’artista Werner Kofler di Egna ritrae tre di essi: Cassiano al centro, Ingenuino a sinistra e Albuino a destra, santi e patroni della diocesi di Sabiona prima e della diocesi di Bressanone in seguito.
Ingenuino, storicamente documentato, fu vescovo presumibilmente dal 577 al 605 e un importante teologo del suo tempo, come simboleggiato dall’ostia e dal calice.
Al centro è raffigurato Cassiano, venerato come fondatore della diocesi di Sabiona. La leggenda narra che fosse originario di Imola e deceduto intorno all’anno 365. La parola “vangelo” simboleggia la sua attività di portatore di fede nella nostra terra.
A destra invece troviamo Albuino, personaggio storicamente documentato e vescovo dal 977 al 1007. È raffigurato con un modellino del Duomo di Bressanone nella mano: fu infatti proprio durante il suo episcopato, attorno al 990, che la sede della diocesi venne trasferita a Bressanone.
Gli scavi archeologici condotti hanno accertato che la sede vescovile si trovasse originariamente nell’area del Santuario della Madonna di Sabiona dove, oltre alla fonte battesimale di epoca paleocristiana, sono venute alla luce anche la chiesa nel vigneto, resti di insediamenti e il cuore della vasta necropoli, tutte testimonianze storiche databili intorno al 400 d.C.
Più difficile è invece stabilire il momento dello spostamento della sede vescovile in cima al monte di Sabiona, ma è largamente accettata l’ipotesi che sia avvenuto all’epoca di Ingenuino, intorno al 600.
La fortezza funse da sede vescovile fino a poco prima del 1000, quando Albuino la trasferì da Sabiona a Bressanone, divenendo successivamente sede di un capitano di castello. Nel corso dei secoli l’edificio è stato sottoposto a diverse ristrutturazioni che ne hanno fortemente modificato l’aspetto.
Nei secoli successivi, due eventi hanno profondamente influenzato la storia di Sabiona, segnandone il destino: nel 1533 un fulmine si abbatté sulla residenza vescovile provocando un incendio che distrusse completamente l’edificio, riducendolo in rovina. 150 anni dopo si procedette alla costruzione e all’istituzione del monastero, che venne eretto sopra i resti delle antiche rovine non lasciando dunque traccia, al giorno d’oggi, della struttura originale – tranne che per alcune bifore, murate, che si sono conservate al piano sottotetto. Sopra il portale inferiore del monastero sono ancora ben visibili l’iscrizione dell’anno (seppur incompleta) e lo stemma di Bressanone, così come quello del vescovo Melchior von Meckau.