Mi trovo davanti allo scaffale dei vini in un supermercato della Valle Isarco e vorrei scegliere una buona bottiglia, ma non ho molta esperienza. Cosa è meglio fare?
Punterei sui vini e sui vitigni regionali. In questo campo la Valle Isarco è forte soprattutto per i vini bianchi: sceglierei Sylvaner, Kerner oppure Veltliner. Un po’ bisogna osare, magari provando un vino che non si è mai assaggiato. Oppure non aver timore di chiedere e farsi consigliare.
Quanto dovrebbe costare, minimo, un buon vino?
Per quanto riguarda il prezzo ognuno ha una propria soglia di tolleranza, verso l’alto e verso il basso. Ma si dovrebbe tenere sempre a mente che la produzione vinicola richiede molto lavoro e dunque ha dei costi elevati. Tanto lavoro manuale, spesso su terreni ripidi, e un solo raccolto l’anno.
Quando apro una bottiglia di vino sbaglio sempre qualcosa. Come farlo in modo elegante?
Primo: dotarsi di un buon cavatappi che permetta di fare leva. Poi posizionare da subito la vite al centro esatto del tappo, e ruotarla fino a quando non si ferma. Con le annate più vecchie bisogna procedere con cautela, perché il tappo potrebbe essere già un po’ più poroso.
Cosa fare se il tappo si rompe o se nel vino cade del sughero?
Non è molto elegante ma non c’è niente da temere. Il vino va a male solo se c’è un difetto nel tappo, non perché ci galleggia sopra un po’ di sughero.
C’è una frase che va sempre bene quando si degusta, anche quando non si ha la minima idea di cosa dire?
Suggerirei di dire sempre qualcosa di positivo. Se si tratta di un’annata giovane direi: “Mmm, sì, direi che può aspettare ancora un po’ di tempo”. È la verità anche quando il vino è già molto buono. Se invece è più vecchio consiglio: “Mmm, sì, nonostante l’età è ancora sincero e aromatico”.